Cultura. È la parola che in questo mese di giugno sta transitando all’interno delle strade e dei borghi della nostra città in modo repentino. Si sente parlare di “Cultura” ovunque. Cultura è un termine che, leggendo da Wikipedia: “Deriva dal verbo latino colere, che significa “coltivare”. L’utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una “cura verso gli dei”, da cui il termine “culto”, e a indicare un insieme di conoscenze (…). In linea di massima, oggi è intesa come un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti che caratterizzano un gruppo umano particolare; un’eredità storica che nel suo insieme definisce i rapporti all’interno di quel gruppo sociale e quelli con il mondo esterno (…) Il concetto moderno si può intendere come quell’insieme di conoscenze e di pratiche acquisite che vengono trasmesse di generazione in generazione”. Quindi cultura è un concetto che implica molti aspetti della vita sociale e che condiziona, o almeno dovrebbe condizionare, le future generazioni, dando loro uno strumento di crescita personale e sociale. Una responsabilità per gli adulti di oggi non indifferente. A Carmagnola, come in molte altre città del circondario e dell’intero Paese, vengono organizzate varie attività culturali. Abbiamo dato molto spazio al festival letterario “Letti di notte” che il gruppo di lettura di Carmagnola, insieme a Maurizio Liberti, propone ormai da molti anni in città.
Come pure grande spazio ai festeggiamenti per i 50 anni della scuola don Milani di Salsasio. Ma basta guardare quante associazioni culturali e sociali ci sono in città e alle tante loro iniziative, per capire come questo impegno sia molto diffuso. Ma andando a leggere il cartellone che presenta i tanti momenti di “Giugno il mese della cultura” ci si accorge che vi sono state delle dimenticanze e delle “forzature” per presentare un parterre di incontri che sembrano organizzati tutti dalla nostra amministrazione. Non posso che sottolineare come sia stato dimenticato “Intrecci”, il quinto appuntamento con la solidarietà internazionale che non viene citato nel cartellone comunale, quasi facesse parte di un’altra città.
Una serie di appuntamenti in cui molte personalità e amministratori pubblici sono intervenuti per parlare di clima, di solidarietà, migrazio[1]ne, e molti altri argomenti che creano cultura. Perché “Intrecci – il mondo si incontra a Carmagnola” non è stato ricordato nel manifesto e nel cartellone del mese della cultura carmagnolese quando invece ha trovato spazio “La SS messa dei santi Pietro e Paolo” in Collegiata il 29 giugno? La risposta la si può trovare nelle simpatie o antipatie delle persone, ma queste “infantili ripicche” non fanno che esacerbare la situazione, rendendola addirittura paradossale, anche perché (e molti amministratori non l’hanno ancora capito) nonostante i tanti ostacoli, quando ci si crede in un progetto lo si porta avanti e spesso prospera.
Un po’ come cantava De Andrè “Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”. Dopo queste considerazioni, proprio a proposito di cultura, mi torna in mente una frase di Don Lorenzo Milani, il prete-insegnante scomodo, nato 100 anni fa, a cui è intitolata la scuola ele[1]mentare di Salsasio. Don Lorenzo nel 1967 in “Lettera ad una profes[1]soressa”, scriveva: “L’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo è lui il padrone”. Una frase figlia del suo tempo, ma che sottolinea come la scuola, ma oserei dire la conoscenza in generale, serve per emanciparsi ed elevarsi ad una condizione sociale diversa. Essere “acculturati” non è un vezzo ma una necessità, personale e sociale che penso a Carmagnola, come in tutto il Paese, sia sempre più necessaria. Non posso chiudere questo editoriale senza una parola su Silvio Berlusconi. In molti editoriali del passato ho scritto e riflettuto su di lui e sul suo modo di essere imprenditore, politico, proprietario del Milan (di cui sono tifoso da sempre) e sul suo modo di essere un personaggio pubblico che ha in qual[1]che modo “cambiato” la società. Le mie non sono state di certo parole di compiacimento, ma è indubbio che è stato un protagonista della realtà in questi ultimi decenni. Nonostante le ricchezze e gli eccessi, si troverà ora a cospetto di un Dio che forse gli chiederà conto delle sue scelte e delle sue azioni, in quanto, quando si sceglie, c’è sempre una conseguenza.