L’avvelenamento del cane in via Susa ha scosso parecchio tutti gli amanti degli animali. Un gesto inqualificabile, su cui sono in corso le indagini per risalire ai responsabili. Una brutta avventura per Paolo Santoro, il padrone di Tabata (questo il nome del cane che ha rischiato la vita). Nel suo racconto il dramma di momenti difficili da dimenticare per chi è legato al proprio fedele amico: “Faccio una premessa: in Via Susa vengono sempre un sacco di ragazzini che mangiano qualsiasi cosa e buttano a terra i rimasugli. I cani, dunque, trovano sempre qualcosa da sgranocchiare. Domenica sera porto a passeggio Tabata, che inizia a rovistare tra le foglie fino a trovare una pallina blu, che prontamente le tolgo dalla bocca. La riporto a casa, ma verso l’una e mezza la mia compagna si sveglia perché sente il cane andare avanti e indietro senza sosta. Si alza e la vede tremare insistentemente. Sembrava dovesse vomitare. La portiamo alla clinica Anubi di Moncalieri: aveva spasmi muscolari e rispondeva poco agli stimoli. La ricoverano e il mattino successivo mi chiamano per dirmi che il cane va messo in coma farmacologico. Era stata avvelenata e bisognava approfondire i controlli”.
La lumachina intacca il sistema nervoso centrale, per cui gli spasmi muscolari sono andati avanti per un bel po’. La situazione era molto grave. Come se non bastasse, esami successivi rileveranno la presenza di chiodi nello stomaco: “L’hanno operata d’urgenza – aggiunge Paolo Santoro -, altrimenti quei chiodi sarebbero andati nell’intestino. Dopo altre ore di angoscia, i veterinari mi hanno tranquillizzato, spiegandomi che il peggio era passato. Tabata aveva avuto una grande forza e avrei potuto riportarmela a casa. La cosa davvero inquietante è che le Guardie Zoofile – che hanno svolto il lavoro di bonifica – al fondo di Via Susa hanno trovato altre 40/50 palline blu come quelle che ha ingoiato il mio cane”. Potevano uccidere decine di cani.