Per la fede cristiana avere come riferimento di Papa Francesco il già noto giornalista vaticanista de ‘La Stampa’ Domenico Agasso, non può che inorgoglire Carmagnola, ma soprattutto la sua cara borgata di San Bernardo.
Impegnato strenuamente in pellegrinaggi e viaggi di fede al fianco del Pontefice, ma anche con le notizie direttamente dalla Santa sede di Roma, Agasso da tempo colleziona e ‘ricama’ anche una serie di libri a sfondo religioso, tra cui uno degli ultimi, “Dio e il mondo che verrà”, dove riporta le intense riflessioni a tu per tu con Papa Francesco durante la pandemia.
In questi ultimi mesi agli occhi del mondo non passano inosservati fatti come la visita di Francesco nella sua terra astigiana, la morte del Papa emerito Ratzinger e il caso Orlandi, ovvero sul mistero della sparizione il 22 giugno 1983 della cittadina vaticana Emanuela Orlandi su cui proprio il Papa vorrebbe far ancora luce dopo 40 anni.
Domenico, il Papa ha visitato Asti e la sua città d’origine Portacomaro lo scorso novembre per l’ultima sua sinora visita in Piemonte. Mi racconterebbe l’accoglienza riservatagli e qualche aneddoto suo personale di quei momenti?
«Dopo avere incontrato le istituzioni locali e avere ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Asti Maurizio Rasero, il Papa è uscito intorno alle 10 dal vescovado, dove ha trascorso la notte. “Aspettate qui dalle 7? Con questo freddo? Ora vi scalderete”, ha detto alla folla che lo attendeva. Prima di salire sulla papamobile, il Pontefice ha voluto stringere la mano dei presenti dietro alle transenne. Con lui anche il vescovo di Asti, monsignor Marco Prastaro, con un passato carmagnolese da giovane collaboratore parrocchiale. Ad Asti la temperatura minima era scesa a -2.2 gradi. Il corteo papale ha attraversato la città per 1,7 chilometri in mezzo a un bagno di folla. Si parla di 25mila persone giunte per vedere il Papa. Nel pomeriggio, dopo la Messa, si è trasferito in auto allo Stadio Comunale Censin Bosia: ad accoglierlo centinaia di fedeli con dei veri e propri cori da stadio per salutarlo. Da lì è ripartito in elicottero per far rientro in Vaticano.
Un aneddoto personale è l’intervista che il Papa mi ha concesso e che abbiamo pubblicato sul quotidiano La Stampa alla vigilia del suo arrivo ad Asti. Francesco mi ha detto che il Piemonte per lui rappresenta la sua «lingua», perchè quando aveva «13 mesi mia mamma ha avuto un secondo figlio, e i nonni abitavano a 30 metri da casa nostra: mia nonna veniva a prendermi, stavo con loro che parlavano piemontese. Si può dire che mi sono “svegliato alla vita” in piemontese». Ha detto che sul soglio pontificio pensa molto al “suo” Piemonte, e spesso ripete «mentalmente due poesie di Nino Costa. E mi commuovo. Le due opere sono Rassa nostrana e La Consolà. E ha parlato del suo piatto piemontese preferito: La bagna cauda».

Il 2023 si è aperto con le esequie del Papa emerito Ratzinger e il lungo corteo funebre a Roma. Come l’ha vissuto in prima persona e quale sentimento si avvertiva in vaticano? Qual è stato il pensiero di Papa Francesco?
«Io l’ho vissuto con partecipazione emotiva, lavorando molto, nei giorni a Roma prima del funerale, e poi anche dopo le esequie, per cercare di far raccontare, attraverso interviste e retroscena su La Stampa, la figura di Joseph Ratzinger dalle persone che lo hanno conosciuto da vicino, cardinali che hanno rivelato anche aspetti inediti della sua storia, e sul suo atteggiamento nei quasi dieci anni da Papa emerito. Francesco ha ringraziato «Dio per il dono di Joseph Ratzinger, persona nobile e gentile». Il grazie di Bergoglio è per «tutto il bene che ha compiuto»; e nell’omelia dei funerali ha invocato: «Benedetto, che la tua gioia sia perfetta».
La guerra russa e il caso Orlandi per capire il fondamento della verità. Il punto di vista raccontato attraverso i suoi occhi.
«Sulla guerra il Papa nell’intervista mi ha detto che “tra Kiev e Mosca la pace è possibile”. E ha confermato che il Vaticano è “pronto a mediare per fermare il conflitto in Ucraina”. Per il Pontefice le cause delle guerre sono soprattutto la “brama di potere e il commercio di armi”. Sul caso Emanuela Orlandi rispondo citando il fratello Pietro in un’intervista che mi ha rilasciato su La Stampa ha detto: “Con ogni probabilità a sostenere la decisione di riaprire le indagini su mia sorella Emanuela è stata anche la volontà di Papa Francesco”».
Ultimi suoi viaggi con il Papa e impegni editoriali.
«Nel 2022 con papa Francesco siamo andati – oltre alle visite nelle città italiane L’Aquila, Assisi, Matera e Asti – a Malta, in Canada, in Kazakistan e in Bahrein. Dal 31 gennaio al 5 febbraio saremo in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Ad agosto è previsto il viaggio in Portogallo per la Giornata mondiale della Gioventù. In più, sono in ballo le ipotesi di Marsiglia per «l’Incontro del Mediterraneo», e l’Ungheria. E poi il Vaticano sta studiando la possibilità di Mongolia, India e Libano. Per quanto riguarda i miei progetti editoriali, ne ho un paio in preparazione, ma è ancora presto per parlarne. I miei ultimi libri pubblicati sono «Dio e il mondo che verrà», una conversazione con Papa Francesco (Piemme-Lev); «Don Amorth continua» (San Paolo); «Senza pastori?» (Rubbettino); «Cosa ci strappa dal nulla?» (Con prefazione di Matteo Zuppi, presidente della Cei; San Paolo).