Il classe 1982 lavora nel club Metoval Academy e ha visto varcare al professionismo già tre atleti
VILLASTELLONE – Dall’Italia a New York. È questa la destinazione scelta dal quarantenne originario di Villastellone Sebastiano Mana, che da cinque anni sta costruendo una nuova carriera professionale negli Stati Uniti.
Un percorso che è arrivato in un modo del tutto inaspettato, dato che inizialmente il suo trasferimento dall’altra parte del mondo era per sostenere la moglie nella sua esperienza lavorativa all’estero in ambito bancario. Ora gli compete infatti il ruolo sportivo di preparatore dei portieri in due selezioni giovanili che giocano il calcio in America. Un’occasione meditata, per certi versi sofferta, ma che lo sta indubbiamente premiando, visti i risultati che sinora ha conseguito e le sue competenze pregresse messe in mostra.

Proprio lui che da ex portiere nel calcio dilettantistico ha speso fatiche e vissuto tante annate in Piemonte (con il suo ritiro nel 2015) in selezioni come San Bernardo, Chisola e Carignano.
«Nella mia vita ho svoltato completamente, scegliendo di vivere quest’esperienza all’estero in compagnia di mia moglie e dei miei due figli – spiega Sebastiano – L’idea era di rimanere qui solo due anni, poi le dinamiche sono cambiate. Con l’opportunità che mi si è proposta, grazie a un colloquio positivo avvenuto nel 2018 con il direttore Filippo Giovagnoli, ora alleno i portieri della Metoval Academy, club che milita nel campionato nazionale giovanile MLS Next e in cui gioca anche mio figlio».

« Mi sono trasferito a New York nel dicembre 2017, poi a marzo 2018 ho cominciato con i Manhattan Kickers, con i quali collaboro ancora un giorno a settimana. – prosegue – Da agosto di quell’anno ad oggi lavoro invece per Metoval Academy, dove ho iniziato con tredici portieri mentre ora ne abbiamo addirittura quarantadue, dall’Under 9 all’Under 19. L’obiettivo di Metoval è dare la possibilità ai nostri giocatori di accedere ad un buon college e alcuni di loro potranno eventualmente raggiungere il professionismo nella MLS (Major League Soccer), la nostra Serie A, o in Europa. Da agosto 2021 alleno anche NYU (New York University) College che gioca il campionato NCAA Division 3».
Un suo giudizio generale sulla nuova vita a New York: « Devo ammettere che la città è più vivibile di quanto pensassi. Le difficoltà di ambientamento si sono rivelate non tanto all’inizio perché siamo stati spinti dall’entusiasmo. Ora però, dopo 5 anni, cominciano un po’ a mancare abitudini, affetti e amicizie in Italia. Le dinamiche su cui hai costruito una precedente esperienza cominciano un po’ a venire meno, si avverte a tratti una certa nostalgia, anche se qui si vive bene. Siamo rimasti qui in America negli anni del Covid, nei due anni in cui erano bloccati i voli aerei verso l’Italia, ma durante le ultime feste ho ritrovato familiari e amici».

La descrizione di Mana della cultura calcistica americana paragonata all’Italia: «L’approccio culturale nel modo di relazionarsi con i ragazzi negli allenamenti è diverso dal nostro. I giovani atleti fanno infatti fatica a gestire il rimprovero, qui si utilizza un linguaggio “più educato”, è tutto molto edulcorato e c’è un altro tipo di sensibilità nei confronti del razzismo e del linguaggio volgare, subito puniti. Anche il rapporto con l’adulto nel calcio è diverso, il linguaggio o l’atteggiamento negativo può portare un tecnico o un dirigente a pesanti conseguenze».

Qualche piccola soddisfazione arriva da due portieri e un giocatore di movimento passati al professionismo in America e ora in Europa, sempre tra i “prof”: «Tra i portieri che ho allenato finora due sono professionisti Cyrus Margono, classe 2001, che gioca in Grecia nel Panathinaikos Under 23 e Alex Rando, 2001, che invece milita nel New York City FC (la squadra dove ha giocato il campione del mondo italiano Andrea Pirlo). L’altro ragazzo che era da noi e ora gioca nella Roma si chiama invece Giulio Misitano».
Il suo futuro. «Il mio orizzonte temporale è rimanere comunque qui in America ancora qualche anno, anche perché qui si svolgeranno i prossimi Mondiali di calcio e sarà una grande vetrina che valorizzerà anche il mio attuale lavoro. Un giorno invece, se tornassi in Italia, mi piacerebbe continuare ad allenare giovani portieri, ma prima sogno di allenare qui una squadra professionistica nella MLS».