Luigi Taricco, geometra carmagnolese, torna a parlare dei fatti del 2016 e della sua rinuncia alla candidatura a Sindaco della nostra città. E lo fa con un certo rammarico di chi ha passato gli ultimi 6 anni a difendersi in tribunale per poi essere assolto per “Non aver commesso il fatto”. Taricco, 56 anni, stimato geometra carmagnolese ha tenuto una conferenza stampa per far luce su una vicenda che ha scompaginato l’ambiente politico e immobiliare di Carmagnola all’inizio del 2016.
Nel gennaio 2016 quando, luigi Taricco lancia la sua candidatura a sindaco (a maggio/giugno ci sarebbero state le elezioni per il nuovo sindaco dopo Silvia Testa) a capo di una coalizione di centro con 4 liste. Una candidatura forte che rischiava di indebolire il centro destra carmagnolese che di li a pochi giorni avrebbe presentato Ivana Gaveglio come candidata sindaco.
“Parto dicendo che a gennaio 2022 sono stato assolto per quella vicenda che mi ha visto coinvolto nel 2016 – ha dichiarato Taricco – Come sapete, nel 2016 dichiarai la mia disponibilità a candidarmi a Sindaco di Carmagnola. Più o meno all’inizio di quell’anno attivai una serie di incontri con altre forze politiche. Avevo la coalizione praticamente pronta formata da 4 liste. Piccola parentesi: ebbi un incontro con un partito di centrodestra, al termine del quale un noto esponente mi disse ‘Ok Gigi, se vuoi venire con noi ti accettiamo a braccia aperte, ma devi venire solo tu e devi faro in fretta, altrimenti poi è tardi’, intendendo così che avrei dovuto mollare in tempi brevi tutto il mio gruppo”.
E poi cosa è successo?
“Venti giorni dopo ricevetti un avviso di garanzia, che avvenne contestualmente al sequestro di tre case, di cui io ero il progettista. Peraltro, con modi abbastanza enfatici da parte della forza pubblica: mi riferirono alcuni proprietari che si videro arrivare questi ultimi armi in pugno per sgomberare le case, quando forse sarebbe bastato un ufficiale giudiziario. Un evento che mi ha scombussolato dal punto di vista politico e personale. Dopo tante riflessioni, ho così deciso di ritirare la mia candidatura, perché ho sempre visto la politica come un confronto leale tra le persone, e non come un gioco al massacro in cui si cerca a tutti i costi di sopraffare l’avversario”.
Quali sono stati i passi immediatamente successivi?
“Volevo chiudere la vicenda nel minor tempo possibile, anche perché su alcuni giornali apparvero titoli sensazionalistici e diffamatori: mi sono reso disponibile nei confronti del magistrato a spiegare tutte le motivazioni. Risposta a tutto questo: nel 2017 vengo rinviato a giudizio perché, in tempi diversi, nell’esercizio della professione di geometra, dichiaravo il falso in diverse pratiche edilizie. In sostanza, venivo accusato di aver falsificato dei documenti, per poter consentire ai miei clienti di realizzare le proprie case. Poi venivo accusato di aver manipolato gli oneri con la collaborazione dei tecnici comunali. Nel 2018, dopo tutto un processo che si è svolto con 26 indagati e con tutta una serie di prove che abbiamo prodotto e portato davanti al giudice, vengo condannato a 1 anno, 1 mese e 20 giorni di carcere per falso in atto pubblico. Tre erano le questioni aperte, su tre diverse case: l’iter è stato uguale per tutte, le accuse erano uguali per tutte, però in due di queste tre situazioni sono stato dichiarato prescritto nel dicembre 2021”.
E per quanto riguarda la terza situazione?
“Per un’unica pratica, c’era ancora un pezzetto che non aveva raggiunto la prescrizione, perché era relativa a fatti risalenti al 2015, a differenza delle altre due, che si riferivano al 2012”.
Dunque, si è arrivati all’appello per questa vicenda che non aveva raggiunto la prescrizione. Come sono andate poi le cose?
“Come è emerso poi dall’appello, per commettere un falso deve esserci un dolo. Ma lo stesso consulente del Pm, a domanda del mio avvocato ‘Ma il geometra Taricco ha alterato dei disegni? Ha fornito delle informazioni false?’ ha risposto in maniera negativa, dichiarando che fosse tutto uguale a quello che era poi stato realizzato. Insomma, il falso non c’era. Alla fine, come precedentemente accennato, arriviamo a dicembre 2021, con una sentenza di prescrizione per tutta una serie di capi di imputazione. Ma restava ancora quel pezzo di cui vi ho parlato prima che non aveva raggiunto la prescrizione. Tra gli indagati figuravo soltanto più io, con il rischio, in caso di condanna, di dover pagare anche le spese processuali di tutti. Fortunatamente i giudici della corte d’appello hanno poi stravolto completamente la sentenza di primo grado rispetto a questa casa. Però hanno detto di non poter valutare solo quella appendice, ma che per capire meglio la vicenda avrebbero dovuto prendere in esame tutta la pratica. Sono quindi andati ad accertare quello che era successo all’origine di questa pratica. Si sono resi conto che in tutti questi progetti io avevo ottenuto un primo permesso di costruire da parte della Pubblica Amministrazione. Un primo permesso che è stato supportato dall’istruttoria dei tecnici comunali e dall’esame della commissione edilizia: in più, è stato richiesto un parere legale allegato all’istruttoria – lo stesso legale all’epoca si occupava dei corsi formativi a tutti i tecnici comunali – che ha confermato la correttezza della pratica. I giudici della corte d’appello dicono chiaramente che certamente le decisioni del comune erano legittime e certamente non frutto di scarsa vigilanza o leggerezza nel rilascio dei titoli anche perché seguite da sopralluoghi dei vigili urbani non hanno accertato violazioni. Pertanto la Pubblica Amministrazione ha ritenuto che fosse tutto legittimo. Inoltre, la legge dà la possibilità di poter revocare un titolo entro ventiquattro mesi da quando è stato rilasciato. La Pubblica Amministrazione non si è mai avvalsa di questa facoltà, non mi ha mai accusato di qualcosa, ha sempre rilasciato i titoli: tutte le pratiche, dunque, sono regolari e legittime, anche quelle che sono state prescritte. Il dolo non esisteva. Per tutte queste motivazioni sono stato assolto per il reato residuo – ma valutando anche tutto il resto – perché il fatto non costituisce reato. E quindi di cosa abbiamo parlato in tutti questi anni? Di cattiveria”.
Perché di cattiveria?
“In tutti questi anni ho potuto esaminare i verbali delle testimonianze conferite. Quella più eclatante, da cui sono poi partite le indagini, è il verbale di sommarie informazioni rese da Massimiliano Pampaloni. Io sono venuto a sapere di queste cose una volta acquisiti i verbali. Le accuse di Pampaloni erano gravi: parlerebbe di una sorta di ‘Sistema Carmagnola’, in cui io sarei il vertice. Emergerebbe, in sostanza, che se qualcuno avesse voluto ricevere dei permessi in modo facile si sarebbe dovuto rivolgere a me”.
Quindi tutto questo caso parte da questo verbale?
“È sicuramente una delle principali cause. Non solo, ma Pampaloni avrebbe sostenuto che questa situazione fosse ormai di dominio pubblico e che avrebbe creato un grande allarme sociale. Secondo quanto emerso dagli atti processuali alcuni professionisti non riuscivano a lavorare a Carmagnola, mentre altri, nonostante la crisi, continuavano a ottenere lavori, con grossi danni economici per la comunità. sempre da questi atti emergerebbe anche che vi fosse un notaio compiacente con il ‘Sistema Carmagnola’, che aiutava i professionisti amici. Questo personaggio, tra l’altro, l’avevo diffidato l’anno prima: lo avevo obbligato a rivedere delle dichiarazioni fatte pubblicamente sul suo blog. Forse è stato fatto tutto in conseguenza a ciò”.
In virtù della tua assoluzione, perché a parer tuo è stato fatto tutto questo?
“Questo è accaduto, secondo me, per tagliarmi fuori dal discorso politico, oltre che per pura cattiveria. Oggi finalmente mi ritrovo con una sentenza che rimette le cose a posto, che dice che io non ho fatto niente. Ma il danno che io ho ricevuto, sia d’immagine che politico, è enorme. Stiamo preparando eventuali azioni con l’Avvocato Fabrizio Quiese – che è colui che mi ha seguito nella parte conclusiva dell’appello – nei confronti di quei soggetti che hanno reso le dichiarazioni da cui è scaturita tutta questa vicenda. Sono soggetti che mi hanno fatto del male, gratuitamente”.
Hai più parlato con l’Assessore Massimiliano Pampaloni?
“No. E quelle rarissime occasioni in cui l’ho visto in città ha fatto finta di non vedermi”.
Hai parlato in apertura di titoli sensazionalistici e infamanti dei giornali, facendocene vedere uno scritto da Lorenzo Stella – attuale Consigliere Comunale e già candidatosi con il centrodestra nel 2016 – per il Giornale del Piemonte. Il titolo recita: “Costruivano ville di lusso senza permesso. L’ombra delle tangenti dietro gli abusi edilizi”. Hai intenzione di agire in qualche modo?
“Se ci sono gli estremi per denunciarlo, lo denuncio. Hanno raccontato falsità”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Alessandro Salamone, ex vicesindaco ai tempi della Giunta Surra e a fianco di Luigi Taricco nel 2016: “Come avevo affermato a suo tempo, questa vicenda è stata presumibilmente orchestrata a tavolino da mestieranti della politica. Le persone oneste hanno come unico punto di riferimento il rispetto delle regole e la verità. Queste persone non corrette, invece, per potersi imporre attivano la macchina del fango sugli onesti. Ma la verità, con i suoi tempi e i suoi modi, arriva sempre, e queste persone cattive risponderanno nelle sedi opportune. Alcuni rappresentanti della politica locale – conclude Salamone – non sono altro che falsi profeti, persone senza moralità, che pur di raggiungere obiettivi e ambizioni personali, non esitano a calpestare le persone oneste che dedicano il loro tempo esclusivamente al bene della città. Questa vicenda che ha coinvolto il geometra Taricco è l’emblema di questa macchina del fango orchestrata ad personam, per togliere un concorrente politico molto più valido dei rappresentanti attuali. Questi personaggi hanno delegittimato la politica, dando atto a campagne diffamatorie verso persone oneste, senza guardare le loro nefandezze. Ma la giustizia, sia divina che terrena, farà sicuramente il suo corso”.