Il cinema teatro Elios, lo scorso 29 ottobre, ha ospitato un gradito ritorno. È stato presentato, infatti, il libro “Dove Dio ha nome di donna. La mia missione tra i Samburu del Kenya”, del vescovo di Asti Marco Prastaro, già vice-parroco della Collegiata di Carmagnola, dal 1988 al 1994. L’evento, organizzato dalla stessa Collegiata, in collaborazione con Pro Natura, è stato molto partecipato. Prastaro ha parlato della sua esperienza missionaria in Kenya, durata per ben tredici anni (1998-2011). A introdurre l’incontro sono stati Giuseppe e Cristina di Pro Natura.
IL LIBRO. Il libro, edito da EMI, è stato scritto durante il lockdown. «Ho raccolto tutto il materiale a mia disposizione, ricordi di incontri vissuti, articoli da me elaborati nel periodo della missione – ha detto Prastaro -. Dopo 10 anni dal ritorno in Italia, desideravo riprendere un’esperienza fatta e anche poterla comunicare. Così ho selezionato le storie di alcune donne, 40 in tutto, come i giorni della Quaresima, e le ho sviluppate in un testo. Ho scelto di parlare delle donne d’Africa perché sono coraggiose, audaci, resilienti e mi hanno insegnato tanto».
Ma il libro non è solo un insieme di storie, non si limita al puro racconto, ma vuole trasmettere anche degli insegnamenti: «Attraverso le pagine del mio libro ho voluto veicolare dei fatti e spiegare come questi fatti mi sono stati utili per imparare qualcosa, conoscere Dio da un altro punto di vista e coglierne delle dimensioni che mi erano sfuggite».
Commovente è poi la dedica del libro, rivolta al compianto Mario Giacometti, detto Giovanni, con il quale Prastaro ha condiviso parte della sua missione a Lodokejek, in mezzo ai Samburu, popolo di pastori nomadi. «Giovanni ha speso la sua vita al servizio degli altri. Nei suoi confronti ho un grande debito di riconoscenza. Dedicargli il mio libro è stato il mio modo per ringraziarlo», ha sottolineato Prastaro.
IL TITOLO. In merito al titolo, Prastaro ha spiegato che ha un duplice significato: «Innanzitutto rimanda agli insegnamenti che mi sono stati trasmessi dalle donne Samburu, che, come già detto, mi hanno permesso di conoscere Dio sotto una nuova luce. In secondo luogo, è frutto di una constatazione linguistica: nella lingua Samburu il nome di Dio è un nome femminile. Da qui “Dove Dio ha nome di donna”».
GLI ALTRI ARGOMENTI AFFRONTATI. Nel corso della serata, sono stati affrontati diversi altri argomenti, dall’importanza di ricevere un’educazione scolastica, al matrimonio, allo sviluppo tecnologico, alla circoncisione, femminile e maschile, ancora praticata. «Ho voluto raccontare anche gli aspetti più difficili della terra dei Samburu – ha concluso Prastaro -. Una terra che sa mettere insieme la bellezza, il fascino, la vita che esplode al dolore più profondo». In ultimo, è intervenuto per i saluti finali l’attuale parroco della Collegiata, don Dante Ginestrone, che ha ringraziato monsignor Prastaro per aver portato a conoscenza dei carmagnolesi la sua preziosa testimonianza.