L’emozione del suo “viaggio professionale più bello” da quando è col Pontefice, il ricordo di nonno Domenico e la nuova opera a tu per tu col Santo Padre
SAN BERNARDO DI CARMAGNOLA – L’esperienza unica e indelebile del viaggio cristiano del Papa in Iraq dal 5 al 7 marzo scorso. Una cronistoria vissuta con intensa emozione da colui che da 10 anni è il giornalista che si occupa di Vaticano a La Stampa, di cui da due anni e due mesi è diventato il vaticanista ufficiale, iniziando così a seguire Papa Francesco nei suoi viaggi.
Stiamo parlando del sanbernardese Domenico Agasso, nipote del decano del giornalismo scomparso a inizio anno Domenico sr, il nonno esemplare, cui deve un grande senso di riconoscenza per avergli trasmesso la passione per questo mestiere e un sogno da coltivare, poi diventato realtà. Culminato con il dialogo diretto e personale col Santo Padre Jorge Bergoglio, protagonista del libro che proprio oggi, 16 marzo 2021, Domenico presenta come autore.
L’opera, edita da Piemme, si intitola “Dio e il mondo che verrà”. Oltre a presentare al “Corriere di Carmagnola” alcuni estratti della conversazione esclusiva con il Papa, Domenico ha raccontato come detto l’esperienza umana e professionale del viaggio in Medio Oriente.
«Il viaggio è stato memorabile, in una terra, l’Iraq, in cui è stato determinante attrezzarsi di coraggio per non lasciarsi intimorire dai pericoli del terrorismo: si temeva la possibile presenza del folle armato o dell’Isis. E poi, abbiamo anche sfidato la pandemia – spiega Domenico Agasso – Mai avrei pensato di approdare ad esempio a Baghdad, che ricordavo solo 30 anni fa in tv ai tempi della guerra. Sono rimasto inoltre colpito dalle misure stringenti di sicurezza, tramite convogli, nello scortare noi giornalisti una volta giunti alla meta, nemmeno fossimo stati noi le massime autorità».

Il suo mini diario di bordo raccontato. «Dopo Baghdad, come tappa del secondo giorno siamo giunti col Santo Padre a Nassiriya e sulla Piana di Ur, terra di Abramo. In quest’ultima, in un fazzoletto di erba sintetica è stato allestito un palco dove si è tenuto un incontro interreligioso storico. Il terzo giorno, quello conclusivo, invece, abbiamo fatto tappa a Mosul, città da cui è partita l’Isis, Qaraqosh, una cittadina cristiana sventrata dai bombardamenti e ridotta in macerie, crivellata da colpi d’arma fuoco in ogni edificio, compreso il cortile della parrocchia dove i miliziani avevano allestito un poligono di tiro. Indimenticabile la tenerezza e l’allegria dei bambini, che sorridevano nonostante le macerie attorno a loro. Infine Erbil, luogo in cui il 7 marzo scorso si è tenuta in diretta mondiale la santa celebrazione».
Il libro “Dio e il mondo che verrà” affronta una seria riflessione su solidarietà e speranza, in mezzo alla tempesta del Covid.

«Il Papa è una persona dalla grande umanità, sa arrivare al cuore delle persone e soprattutto ascoltarle attentamente, ricordando perfettamente a distanza di tempo tutti i dettagli. È vicino alla gente dal punto di vista relazionale e religioso e dimostra giorno dopo giorno quanto voglia lavorare con infaticabile entusiasmo per il dialogo con le diverse religioni. Mi sembra ancora incredibile e mi ritengo estremamente fortunato a seguirlo da così vicino».
Domenico Agasso si occupa dell’informazione vaticana da un decennio, da 2 anni e 2 mesi si occupa quotidianamente del pontificato di Papa Francesco (insediatosi 8 anni fa, era infatti il 13 marzo 2013, data in cui il Conclave annunciava al Mondo il nuovo Pontefice) .
Oltre ai viaggi religiosi che normalmente affronta con il Papa in Italia, dal 2018 Agasso ha già fatto tappa, partendo in volo da Roma, nell’ordine in Panama, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Bulgaria, Macedonia del Nord, Romania, Mozambico, Madagascar, Mauritius e in ultimo Iraq.
Gli auspici del giornalista per il futuro: «Mi auguro di accompagnare ancora il Papa nei suoi viaggi e che la Chiesa possa davvero prendere sempre più il suo esempio di umanità».
Il nuovo libro di Agasso parte dal ricordo del 27 marzo 2020, momento in cui Papa Francesco, in una piazza San Pietro deserta e lucida di pioggia, aveva parlato a milioni di persone collegate in tutto il mondo attraverso tv, telefoni e computer:
«In mezzo alla tempesta, il Signore ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare». Man mano che l’epidemia di Covid-19 si diffondeva, con le sue angosciose conseguenze, Francesco si rivelava un punto di riferimento costante non solo per i fedeli, ma per tutti coloro che pativano per la malattia o la combattevano su vari fronti.
A un anno di distanza, rispondendo alle domande di Domenico Agasso, il Papa ci consegna le sue riflessioni per invitarci a trovare il significato e la grazia nascosti in un periodo di grande sofferenza per il mondo intero.
Con le sue parole calorose, dirette, ricche di immagini suggestive, Francesco esorta a combattere il virus dell’indifferenza e dell’egoismo che ha portato il mondo vicino alla distruzione e soprattutto a coltivare con tenacia la speranza, con pensieri illuminanti verso tutti: famiglie, giovani, adulti, bambini, il Mondo intero.