Il 2020 ci ha lasciato senza alcun rimpianto, ma il 2021 è iniziato male. Oltre al fatto che l’emergenza pandemica continua a mietere vittime e contagiati e che la nostra città è stata indicata come uno dei possibili siti in cui costruire il deposito nazionale delle scorie radioattive, un’altra notizia mi ha molto colpito e rattristato.
Nella notte di capodanno è mancato Domenico Agasso, uno dei giornalisti italiani di maggior prestigio degli anni 60’ e 70’. Il prossimo 13 febbraio avrebbe compiuto 100 anni e come mi hanno raccontato i suoi famigliari si è addormentato serenamente.
Sarà che siamo nati nello stesso giorno (anche se con 45 anni di differenza), sarà che quando ho iniziato a fare il giornalista “il maestro” come lo chiamavo era già in pensione e si curava i suoi nipoti, sarà che tra di noi c’è sempre stato grande rispetto e stima, fatto sta che la sua morte mi ha molto turbato.
Si è spento un personaggio storico di Carmagnola che ha portato il nome della nostra città in tutto il mondo e che con il suo lavoro ha segnato una generazione di giornalisti che “hanno imparato il mestiere” da un vero giornalista. Un giornalista che passava le giornate e le nottate in redazione quando internet non esisteva ancora e gli articoli li dovevi andare a cercare perché non ti arrivavano con una mail.
Domenico era il direttore che nel suo ufficio correggeva con la matita rossa gli articoli di un giovane Marco Travaglio quando muoveva i suoi primi passi nel mondo del giornalismo al “Nostro Tempo”, oppure seguiva Papa Paolo VI nei suoi primi viaggi pastorali nel mondo e pubblicava su Epoca dei reportage da questi viaggi. Abbiamo dedicato una pagina intera a questo nostro collega per ripercorrere la sua carriera che lo ha visto anche insignito del Delfinod’Oro. Insomma un personaggio di livello internazionale che non ha mai dimenticato di essere nato in una città piemontese il cui simbolo è il peperone e che è stata citata dal Manzoni nella sua famosa tragedia. Infatti in tempi che ormai sembrano lontanissimi è stato forte il suo contributo alla crescita sociale e culturale di Carmagnola e del suo borgo, San Bernardo.
Quando ho iniziato a dirigere il Corriere di Carmagnola, ormai più di vent’anni fa, ci eravamo sentiti perché volevo far seguire da Domenico una rubrica di cultura locale, non importava cosa scrivesse, perché ero certo che ogni sua frase sarebbe stata importante. Aveva rifiutato perché mi disse che “Ogni stagione ha il suo tempo” e che per lui era iniziata una nuova stagione che non comprendeva più il giornalismo.
Ci siamo risentiti in occasione dei nostri 150 numeri quando ci scrisse un testo a corredo del disegno di Coco Cano che regalammo per l’occasione a tutti i concittadini e so, tramite suo figlio Renzo e suo nipote Domenico jr. che non perdeva mai un mio editoriale. Questa per me, semplice giornalista di provincia, è sempre stata una bella soddisfazione. Ti saluto “Direttore” sono certo che in cielo avrai la possibilità di scrivere nuovi articoli e correggere gli articoli che vengono pubblicati da quelle parti anche se sono certo che avrai altre cose più belle e interessanti da ammirare.
Non ti dimenticherò e sono certo che con me saranno tanti quelli che ti ricorderanno, in fondo sei stato e sempre sarai il nostro “Maestro”. Quando poi un giorno ci rivedremo continueremo a parlare della nostra Carmagnola e di come abbiamo cercato con le nostre pagine di darle un volto nuovo, diverso, più umano, anche se non sempre ci siamo riusciti… ma almeno ci abbiamo provato.