A sette anni dalla scomparsa del maestro Giacomo Soffiantino, l’Associazione Piemontese Arte, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Città di Carmagnola, ha deciso di dedicargli una importante retrospettiva.
La mostra, inaugurata il 23 ottobre, va a chiudere l’anno espositivo di Palazzo Lomellini. Un anno certamente travagliato, che ha visto anche il settore dell’arte in seria difficoltà causa Covid.
Giacomo Soffiantino (1929-2013) è nato e vissuto a Torino e in Piemonte ha esposto e dato vita a quadri, incisioni e acqueforti. È stato docente all’Accademia Albertina di Torino. Il suo dipinto Uragano è stato esposto alla Biennale di Venezia del 1962 ed è poi volato oltre oceano in Brasile alla Biennale di San Paolo del 1963.
Palazzo Lomellini espone le sue opere a partire dagli esordi degli anni Sessanta fino all’ultima opera incompiuta: Giacomo Leopardi, un omaggio al celebre poeta cui Soffiantino stava mettendo mano proprio pochi mesi prima della morte nel 2013.
Soffiantino indaga nei suoi quadri la connessione profonda tra la natura e l’essere umano. La sua pittura si distingue per i toni scuri, i segni convulsi delle linee, le tele di grandi dimensioni e la ricorrenza di simboli (conchiglie, fossili, atmosfere boschive).
I quadri di Soffiantino suscitano un senso di mistero. In mezzo a scorci naturali non troviamo uomini e donne, ma oggetti. L’artista ci suggerisce di cercare il meraviglioso a partire dall’ordinario e dalla natura attorno a noi, addentrandoci tra i segreti dei boschi.
In un’intervista proiettata proprio all’interno del Palazzo, Soffiantino rivela ragioni e tecniche della sua pittura e con la sua semplicità avvicina noi spettatori al suo mondo.
La mostra “Giacomo Soffiantino 1960 – 2013” è visitabile fino al 20 dicembre 2020, il giovedì, venerdì e sabato, dalle 15 alle 18, e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Ingresso gratuito, nel rispetto delle norme anti-contagio.

Francesca Correggia