POLONGHERA – Una folta schiera di sindaci, facenti parte del circuito associativo di promozione culturale, artistica e territoriale di “Octavia”, hanno reso onore lo scorso 26 settembre alla recente riapertura del patrimonio del giardino del Santuario della Madonna di Polonghera, rimesso “a nuova vita.” Con l’occasione, grazie a un’iniziativa proprio voluta dal Comune di Polonghera e “Octavia”, il sito ha voluto coinvolgere per l’occasione “a cielo aperto” le creazioni scultoree in legno, della tradizione popolare, degli artisti valdostani Siro Vierin e Guido Diemoz.
Molti gli intervenuti, tra volontari e autorità, sempre nel rispetto delle normative anti Covid. Tra questi il senatore Marco Perosino, il consigliere regionale Matteo Gagliasso, la presidente Anpci (Associazione nazionale piccoli Comuni d’Italia) Franca Biglio, il consigliere provinciale Simone Alberto, il presidente di Octavia Riccardo Ghigo (sindaco di Scarnafigi) e i primi cittadini del territorio come Gianni Gatti di Moretta, Egidio Vanzetti di Casalgrasso, Matteo Morena di Cardé, Daniele Arnolfo di Torre San Giorgio, Giuseppe Scarafia di Faule, Luca Pochettino di Pancalieri e gli altri “associati” Octavia.


Il sindaco polongherese Gianmaria Bosco ha inoltre rimarcato e valorizzato il patrimonio presente, a volte sottovalutato, presente nella tipicità rurale delle cosiddette “terre di mezzo”. «In questa zona dove anticamente sorgeva solo un pilone votivo, prima di ergere il nostro Santuario nel 1714 – ha spiegato Bosco – in epoca medievale veniva trasportato il sale su dei barconi che attraversavano prima il torrente Varaita e poi il Po, giungendo sino a Torino. Proprio il tema coinvolge anche Casalgrasso. Nel 1565, infatti, Polonghera è diventato uno dei più importanti scali della “gabella”, cioè la zona di dazio per il passaggio dei prodotti, ceduta proprio da Casalgrasso.


L’edificio del Santuario è stato inoltre voluto dalla Comunità di Polonghera in epoca manzoniana ed appartiene tuttora al nostro Comune, così come la annessa casa canonica e il giardino. Devo ammettere che questo luogo è stato mantenuto nei secoli con amore e dedizione. Ultimamente, in tempo di Covid, tanti volontari hanno risistemato in tempi record, sei mesi, l’attuale giardino e il salone che ora troviamo all’interno di questa struttura. Una bella squadra che ha lavorato e si è procurata da sola il denaro per la realizzazione finale di tutto questo, quindi a “costo zero” per l’amministrazione comunale di Polonghera. Qui prima vi erano orti sociali un po’ in disuso e un’area dismessa. Oggi nel giardino abbiamo ospitato il prezioso evento di scultura».