Il sindaco Oderda: “Grazie alle dottoresse per ll tocco umano e la grande dolcezza dimostrati con il servizio per la cittadinanza, 35 i positivi, 4 a oggi i deceduti”
Il consueto appuntamento on line con la cittadinanza racconigese da parte del sindaco Valerio Oderda ha fornito i nuovi dati sulla situazione Covid 19: “Dobbiamo purtroppo segnalare altre due cittadine racconigesi scomparse per questa brutta malattia e sono la signora Maria Maddalena Chiavassa e la signora Teresa Isoardi. Alle famiglie il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Purtroppo a questo punto il conteggio è di 4 persone decedute per il virus a Racconigi, una ricordiamo che era ricoverata presso l’ospedale di Aosta e tre persone erano ospiti della Casa di riposo di Cavallermaggiore. Il dato complessivo ad oggi dei contagiati sono 35, denotando però un rallentamento del processo di contagio, che è ancora assai presente all’interno delle strutture per anziani, una categoria che risulta sempre tra le più fragili. Mi piace ricordare che gli anziani sono un pezzo della nostra memoria storica e dell’identità territoriale e c’è il famoso detto che recita, quando viene a mancare un anziano è come se si bruciasse un libro. C’è il rammarico di non essere stati sempre sufficientemente accanto a loro e non averli ascoltati ogni volta a dovere. Proprio perchè bisogna in generale stare accanto a tutte le persone, dai piccini ai più grandi, è partito da noi a Racconigi un servizio che sta riscuotendo un discreto successo, “Lo Sportello di Ascolto”, le cui informazioni sono tutte presenti accedendo sul sito istituzionale del Comune di Racconigi, agli aggiornamenti sul Coronavirus e cliccando sulla sezione denominata “A Racconigi ci ascoltiamo” “.
La parola alle psicologhe del servizio, alle quali il sindaco rivolge commosso il suo grazie a nome di tutti i cittadini, per il tocco umano e la tenerezza trasmesse attraverso la loro professionalità per quest’emergenza.
Silvia Senestro: “Sono molto contenta di far parte di questo progetto. Stiamo ricevendo molte chiamate, da parte di un’utenza diversificata per età, tipologia di richiesta e aspettative. Quello che posso dire è di chiamare in caso di bisogno. Non troverete solo una voce amica, ma anche un servizio che secondo me in un momento come questo dovrebbe esserci in tutti i paesi. Ci sarà una figura professionale che fornirà le possibili soluzioni, sarà in ascolto e vi affiancherà con un conforto o una risposta alle vostre preoccupazioni se possibile. Ognuno di noi ha risorse e limiti nelle azioni da affrontare e sta vivendo le varie problematiche sociali, fisiche ed economiche. Il virus ha sconvolto tutti, ma questo sportello vuole alleviare i vostri problemi, le paure e le ansie. Non abbiate quindi timore di svelarvi e sfogarvi con noi, senza vergogna. Per alcuni mali le soluzioni in questo periodo sono anche l’ascolto e la parola, molto importanti e possono essere la linea di demarcazione fra sollievo e disperazione. Saluto tutti calorosamente, abbiamo tutti la possibilità di ripartire. Aiutate, aiutatevi e lasciatevi aiutare!”.
Manuela Devalle: “Mi rivolgo alle mamme e alle famiglie. Viviamo in una situazione di convivenza forzata, 24 ore su 24, tutti insieme a casa. I riferimenti di tutti noi si sono disgregati e possiamo provare in questo periodo disagi e fatiche. Molte famiglie si stanno attivando, facendo varie attività insieme e questo sicuramente è molto per supportarsi e anche sopportarsi in questi momenti difficili. Non dobbiamo però dimenticare che la convivenza forzata non vuol dire occuparci tutto il tempo dei nostri figli e del marito. Noi donne dobbiamo concederci anche uno spazio individuale, soprattutto negli spazi abitativi più piccoli. E’ proprio utile uno spazio per sè, anche magari in silenzio. I social ci stanno fornendo persone molto dinamiche, che ad esempio sfornano piatti meravigliosi, questo è bellissimo. Ma non tutti reagiamo allo stesso modo alla situazione che stiamo vivendo, con proprie strategie e strumenti. E’ normale avere giornate tristi. La convivenza sociale può creare difficoltà, ma sarebbe meglio confrontarsi subito in caso di diverbi. Non si abbia timore di chiamarci qualora ci fossero situazioni di disagio. Accettiamo le giornate no e non vergogniamoci di avere un nostro aiuto”.
Laura Borra ai bambini e adolescenti: “All’inizio il periodo è sembrata una lunga vacanza, potendo guardare i cartoni o giocando ai videogiochi al mattino, andando al parco a giocare. Improvvisamente tutto questo è finito, i parchi sono stati chiusi e non si poteva più andare a trovare i nonni per farli ammalare. Gli elementi di aiuto sono gli stessi per gli adulti che avvertono la durata dell’isolamento, la paura del contagio, la noia, la frustrazione, la mancanza di legami personali con gli amici o con i compagni di classe, con gli insegnamenti. Tutti questi elementi vanno ad influire su umore e ansia. I genitori devono far comprendere e dare spiegazione a questo momento delicato ai propri figli, senza bugie, per non creare paura e tensione e attraverso i canali più adatti. Con i bambini più piccoli, con video, parole semplici e filmati, momenti di condivisione senza allarmismi per risolvere i dubbi dei figli. In questi momenti è anche importante preservare la sfera ludica e attività di movimento o di sport per i più grandi in casa o chi ha il cortile all’esterno. E’ importante che i genitori assistano i figli attraverso le lezioni scolastiche on line e che li aiutino nei loro hobby e passioni. I bambini a differenza degli adulti vivono il presente o si preoccuperanno di situazioni come il compleanno o la gita saltati. Esistono poi diverse situazioni familiari, da cui tirare fuori occasioni e opportunità. Per il genitore che lavora meno in questo periodo, questa fase può controbilanciare le assenze dovute in precedenza per lavoro e si possono rafforzare i legami con i figli“.
Anna Rolando illustra un percorso per le famiglie: ” Mi rivolgo agli anziani e a chi vive solo, fasce più a rischio dal punto di vista comunitario. Sono indubbiamente le categoria più esposte all’ansia, alla paura e ai brutti pensieri. Sappiamo come le vicende negative inneschino meccanismi come il ricordo di vicende del passato dolorose e soprattutto le negatività alterano le prospettive del futuro. Primo consiglio: contrastare isolamenti con frequenti contatti mediante conversazioni al telefono, con persone che hanno condiviso con loro gran parte della vita, un modo per mettere al sicuro dalle ansie. Conosciamo inoltre le abitudini dei nostri anziani e quindi possiamo aiutarli a riorganizzare le loro giornate, cercando di far sentire la loro casa come luogo di protezione. Il restare a casa non vuol dire restare in prigione, la situazione eccezionale del momento non è il dubitare dell’autonomia dell’anziano. Gli anziani sono consapevoli del rischio della malattia e della morte, ma nessuno di loro deve aver paura di contattare una persona cara per un aiuto. Facciamo sentire all’anziano la nostra vicinanza e facciamo sentire importante il loro ruolo, perchè sono attimi da vivere, malgrado l’emergenza”.