Collocata territorialmente a metà fra Carmagnola e Cavallermaggiore, Comuni che vedono salire i suoi contagiati per Coronavirus, c’ è il forte rischio che anche la Città di Racconigi possa subirne un po’ gli effetti. Tuttavia la lotta al contenimento da Covid 19 continua. Il sindaco Valerio Oderda, come è ormai solito fare puntualmente, ha informato la cittadinanza, lo scorso 10 aprile, della situazione attuale dei positivi. Ha interagito tramite la pagina istituzionale on line della Città di Racconigi e sul suo profilo personale Facebook, accompagnato dai giudizi di quattro medici locali.
«Abbiamo raggiunto il numero di 27 casi positivi al Coronavirus. – ha spiegato il primo cittadino –Gli ultimi sette casi sono cavallermaggioresi presso la struttura socio sanitaria di Cavallermaggiore, Fondazione San Giorgio, dove cinque sono ospiti e due operatori. Solidarietà alla comunità di Cavallermaggiore, gli siamo vicini. Ci sono poi i dieci casi in situazioni di degenza o internato che hanno contratto il virus all’interno delle strutture sanitarie, altri sei contagi sono legati ad attività sanitaria diretta ovvero di medici, infermieri e operatori sanitari. 11 sono stati dei microcontagi da nuclei familiari».
Poi sono intervenuti i quattro dottori e le guide chiave sono la distanza sociale, un senso di responsabilità nelle azioni e consapevolezza dei pericoli del Coronavirus.
«Vorremmo raccomandare di continuare a mantenere le distanze tra le persone – le parole della dottoressa Ellena – pensando non alle sanzioni, ma che così facendo diventiamo uomini e donne migliori, responsabili per noi stessi, ma soprattutto per i nostri cari e il prossimo. Dobbiamo abituarci a regole nuove».
A fargli eco il dottor Panero: «Le strette di mano, gli abbracci sono diventati delle armi. Questo sacrificio che facciamo oggi è l’unico modo per vedere il giorno in cui i contagi andranno a diminuire. Solo così potremmo tornare alla nostra vita di sempre».
Il dottor Gazzera:«Farei un appello a due valori: il senso civico, come comunità in stretta correlazione con gli altri e la responsabilità, intesa come risposta ragionevole a quello che stiamo facendo, sto alle regole perché sento che queste regole sono ragionevoli».
Dottor Panepinto :«Come medici siamo abituati a gestire le forme influenzali, ma questa è una situazione nuova». Il rischio di contrarre il virus è presente anche nei giovani: «Il giovane che contrae il virus, resiste per più giorni alla sofferenza respiratoria, ma quando poi precipita, nell’arco di sei ore, non respira più e quando arriva in ospedale è troppo tardi. Facciamo attenzione per sé e per la famiglia per tutti i vicini. Siamo sul territorio e presenti in tutti i modi, i nostri ambulatori sono aperti a gestire non solo il Covid-19, ma anche tutte le altre malattie».