70 anni di Sanremo, tra emozioni e record. Le personalità del territorio protagoniste sul palco, il commento degli artisti, il saluto di Amadeus
Il 70° Festival di Sanremo ha conosciuto un successo senza precedenti. A guidarlo verso il record di ascolti (dal 52 % di share della prima puntata fino a oltre il 60 % della finalissima), un conduttore d’eccezione, Amadeus, accompagnato dal mattatore Fiorello, suo amico da 35 anni, e dalle tante vallette che si sono alternate nel corso della kermesse. Cinque serate in tutto, una più bella dell’altra, seguite e commentate via social da milioni di spettatori in Eurovisione. Cinque dirette, vissute anche al di fuori del teatro Ariston, grazie all’allestimento del Nutella Stage, palco animato dai comici Gigi e Ross, in piazza Colombo; di Casa Sanremo, sede dell’Altro Festival, condotto da Nicola Savino e trasmesso su RaiPlay, di mostre ed eventi organizzati al Casinò, al Forte Santa Tecla e in altri punti chiave. Un Festival, quello dell’edizione 2020, “tra palco e città”, come l’hanno definito gli ideatori, che ha saputo raccogliere consensi, che ha fatto parlare e discutere per i suoi “scandali”, per l’esclusione, tra i Big, di Bugo e Morgan, per la sua eccessiva durata (più di 5 ore ad appuntamento) e per l’estrosità degli atteggiamenti e dei look sfoggiati dal rapper Achille Lauro, con la sua “Me ne frego”. Numerosissimi gli ospiti che hanno varcato il palco dell’Ariston, da Tiziano Ferro, presente per tutta la kermesse, che ha avuto l’onore di duettare con il colosso Massimo Ranieri, ad Albano e Romina, dai Ricchi e Poveri, riuniti in pubblico dopo una quarantina d’anni, a Massimo Ranieri, da un brillante e colto Roberto Benigni, che ha interpretato sapientemente il famoso Cantico dei Cantici, agli internazionali Dua Lipa, Lewis Capaldi, Mika e Gente de Zona. Tra i cantanti extra-programma, si sono esibiti Emma Marrone, Gigi d’Alessio, Ghali e Biagio Antonacci. Un elenco assolutamente lodevole di intermezzi e monologhi, per un Festival a 360°. 24 i cantanti in gara per la sezione Big, 8 per le Nuove Proposte. Mai come questa edizione, però, si è registrata una così elevata partecipazione di personaggi legati al territorio piemontese, per origini o scelte di vita. Gli Eugenio in Via Di Gioia, ad esempio, direttamente da Torino, insieme al loro maestro, il carmagnolese Alberto Cipolla; Levante, siciliana d’origine, ma che ha avuto un trascorso nella città della Mole, frequentando una scuola di perfezionamento musicale a Collegno. O ancora, Abou Samb, senegalese, da sette anni a Torino, percussionista che ha accompagnato le esibizioni musicali di Emma Marrone. Ma veniamo ai risultati. Dopo una faticosa scalata alla finale, sono saliti sul podio: Diodato, primo con la sua canzone “Fai rumore”, che oltre al Festival si è aggiudicato il premio della critica Mia Martini e quello della sala stampa Lucio Dalla; Francesco Gabbani (Viceversa), secondo posto e premio Tim come musica più scaricata e i Pinguini Tattici Nucleari (Ringo Starr), terzi. Per i Giovani, trionfo di Leo Gassmann (Vai bene così), che l’ha spuntata di pochi punti su Tecla. Premiati, in ultimo, Rancore (Eden, miglior testo) e Tosca (Ho amato tutto, miglior composizione).
ALBERTO CIPOLLA RACCONTA LA SUA PRIMA ESPERIENZA SANREMESE COME DIRETTORE D’ORCHESTRA

Dalle parole ai fatti. Anche quest’anno abbiamo avuto la possibilità di introdurci nella sala stampa dell’Ariston, nel retropalco del teatro e nelle varie aree del padiglione di Casa Sanremo (allestito invece nel Palafiori), entrando a stretto contatto con alcuni protagonisti della kermesse, artisti e personalità curiose provenienti dal territorio. Interessante è stato l’incontro con Alberto Cipolla, classe 1988, carmagnolese, residente ora a Milano, direttore d’orchestra del gruppo torinese rivelazione della categoria Nuove Proposte: gli “Eugenio in Via Di Gioia”.
Alberto, quando è nata la collaborazione col gruppo, che ha vinto, sottolineiamolo, il Premio alla Critica della Sala Stampa dell’Ariston?
« Io e gli Eugenio ci conosciamo da un sacco di anni e abbiamo suonato insieme sin dai nostri esordi a Torino. Questa unione è nata un po’ per gioco, un po’ per scommessa, quando ero alle prese con i miei studi di direzione d’orchestra. Ci siamo ripromessi che se mai un giorno gli Eugenio fossero stati selezionati al Festival, io li avrei diretti. Fatto volle che qualche anno dopo i miei amici passassero le loro selezioni e risultassero tra gli 8 finalisti di Sanremo Giovani e quindi arrivò la fatidica telefonata: “Alby, guarda che sarai il nostro maestro a Sanremo!”».
Saputa la notizia, come hai reagito?
«Con stupore e contentezza, ovviamente. Ero felicissimo quando gli Eugenio mi hanno chiamato. Non so se come genere musicale possano tecnicamente somigliare ai Pinguini Tattici Nucleari, ma certo è che molti fan li hanno scambiati per loro!
Oltre agli Eugenio e al merito di approdare sul palco dell’Ariston con loro, chi tra i Big ti ha convinto di più?
«Mi sono piaciuti molto Levante, Achille Lauro e Rancore».
Ti scopriamo anche cantante…
«Principalmente sono direttore d’orchestra in ambito pop, anche se possiedo le competenze soprattutto in quello classico- accademico. Sono inoltre compositore e, come detto, cantante autodidatta. Ho già pubblicato due dischi e sto lavorando ad alcuni nuovi progetti. La mia espressività artistica è di cantante solista, che interpreta, nella maggior parte, brani in inglese. Da compositore standard, invece, scrivo e ho scritto musiche per film, documentari e cortometraggi. Le ultime, quelle di scena per “Troiane”, progetto realizzato da Casa Fools».
Il nostro augurio è di poter avere presto gli Eugenio in Via Di Gioia a Carmagnola, anzi di “riaverli” qui, dato che in passato si sono già esibiti al Circolo Margot.
«Sì, sono amici di vecchia data del locale. Sono venuti già un paio di volte a suonare qui. Suppongo non sia così impensabile che gli Eugenio possano ritornare al Margot, se non addirittura alla Fiera del Peperone»
Il tuo e il loro futuro…
«Agli Eugenio auguro un cammino in ascesa. Se sarò ancora con loro? Come amico sicuramente, se poi gareggeranno di nuovo a Sanremo, questa volta tra i Big, sarò ben contento di riaccompagnarli!».
GIAN MARIA ALIBERTI GERBOTTO E ABOU SAMB, DAL PIEMONTE CON FURORE
Accanto al faccia a faccia con il direttore d’orchestra Alberto Cipolla, curiosi sono stati gli incontri con il giornalista saluzzese Gian Maria Aliberti Gerbotto, inviato da qualche anno per il programma notturno di RaiUno, condotto da Gigi Marzullo, “Settenote – Speciale Festival di Sanremo”, e con il torinese, originario del Senegal, Abou Samb, percussionista di Emma Marrone, ospite il martedì sera al debutto del Festival, il secondo nella storia della kermesse dopo la partecipazione del cantante ‘Ndour nel 2010, che cantò con Pupo e Filiberto.

Il giornalista Gerbotto, raggiunto dai nostri microfoni, spiega: «Per me, è un grande onore essere qui, soprattutto perché ho avuto il piacere di condividere parte della mia esperienza con l’amico e collega Vincenzo Mollica e incontrare tutti gli ospiti più famosi». Sul Festival: «È andato benissimo. Sono contento che proprio ad Amadeus sia andata la direzione artistica. Ha sempre un po’ avuto paura di questo compito, ma finalmente dopo anni ce l’ha fatta».

Racconta invece il senegalese Abou Samb, classe 1994, da sette anni a Torino, al suo debutto al Festival come percussionista, al fianco di Emma, icona femminile della musica italiana: «Suonare sul palco è sempre emozionante. Emma poi è una persona molto disponibile e affabile. È stata un’esperienza indimenticabile, la più bella che abbia avuto finora. Ho potuto condividere la mia passione per la musica con artisti di fama internazionale, musicisti, amici». Sulla sua carriera musicale: «La musica è la mia vita. Faccio parte, sin da giovanissimo, della famiglia dei cosiddetti cantastorie, in Senegal chiamati griot. Utilizzo internet, i social, ma credo che la migliore forma di comunicazione resti comunque quella orale, la parola, detta, scritta. Oltre a suonare le percussioni, canto, compongo testi. Nel 2015, ho fondato la band torinese degli Afrodream. Un gruppo afrobeat/pop, formato da background culturali e musicali diversi, ma che hanno trovato tra loro un equilibro unico. A oggi, insieme alla band, abbiamo girato tutta l’Italia e anche parte dell’Europa; siamo stati in Svizzera, in Francia, in Senegal naturalmente e presto, a luglio, ci torneremo per festeggiare tutti insieme e suonare».
IL SALUTO DI VINCENZO MOLLICA, DA INTERVISTATORE A INTERVISTATO

Nel corso della kermesse poi abbiamo avuto il piacere di incontrare Vincenzo Mollica, giornalista e scrittore, inviato speciale della RAI al Festival di Sanremo, dal 1981, un anno dopo essere entrato a far parte della redazione del TG1. L’ultima intervista, sul famoso balconcino, l’8 febbraio, l’ultima della sua carriera, prima della pensione. Ma Mollica non ha intenzione di mollare. Nonostante la malattia, che lo accompagna ormai da tempo, continua a mostrarsi sempre disponibile. Anche all’indomani della finale del Festival, che ha decretato la vittoria di Diodato. Accompagnato a braccetto dalla moglie, Rosa Maria, ha raggiunto, ancora una volta, lo studio RAI, allestito nella sala stampa dell’Ariston Roof. «Mollica, com’è stato duettare con Mika? Possiamo dire che si è trattato del suo esordio da cantante?» – gli chiediamo, ricordando la sua improvvisazione sulle note di “Vieni con me” di Paolo Conte. «Bellissimo – risponde -. Ma non è la prima volta che succede. Avevo già duettato con il governatore della Russia Michail Gorbaciov». Sorride (nrd) e noi con lui.
IL COMMENTO DEGLI ARTISTI PRIMA DELLA FINALE

Ma il Festival di Sanremo 2020 è stato anche il Festival dell’attesa e dei commenti rubati agli artisti, fuori dall’Ariston, fuori dagli Hotel, prima delle prove, delle dirette. Riki, al suo debutto sul palco con la canzone “Lo sappiamo entrambi”, dice: «È stata un’esperienza bellissima, meravigliosa». «La rifaresti?» – gli domandiamo. «Certamente. Non bisogna mai precludersi nulla». «Soddisfatto della classifica?». «Sì, il mio futuro non dipenderà sicuramente dal verdetto finale». Piero Pelù, sulla sua prima partecipazione assoluta al Festival, per festeggiare i suoi quarant’anni artistici: «Bomba atomica!». Fiorello, a poche ore dalla finalissima, ironizza: «Sanremo è una corsa continua!!».
Tanti sono stati, invece, gli artisti raggiunti, ma non intervistati. Artisti che, però, si sono gentilmente prestati per una foto con il nostro mensile, come i Pinguini Tattici Nucleari, incontrati nel retropalco dell’Ariston, nella red room, recentemente in concerto a Carmagnola per i 70 anni della Fiera del Peperone; Rancore, fermato sulle scale del dietro le quinte; il vincitore Antonio Diodato, in compagnia del manager; le star internazionali del gruppo cubano Gente de Zona, presenti all’ultima puntata.
Tra i fotografati anche Marco Masini, Michele Zarrillo, Alberto Urso con Giordana Angi, Levante, con i suoi lunghi capelli neri e il suo cappotto rosso, Irene Grandi, con un bellissimo mazzo floreale tipico sanremese, Enrico Nigiotti, Piero Pelù, raggiunto per un veloce selfie, appena terminata l’esibizione a Domenica In. E ancora, Junior Cally, Riki, Raphael Gualazzi, Fasma, Francesco Sarcina, voce de Le Vibrazioni, e altri simpatici personaggi della tv. Immortalati di sfuggita, Mara Venier, Achille Lauro, quasi irriconoscibile con gli occhiali da sole, Fiorello, imbardato con giubbotto e cappello, Morgan, in conferenza stampa a Casa Sanremo, dopo il contestato caso dell’esclusione dal Festival e la lite con Bugo, Leo Gassmann, vincitore della categoria Nuove Proposte.
AMADEUS: IL CONDUTTORE CHE NON TI ASPETTI

Infine, non poteva mancare Amadeus, il conduttore del Festival record di ascolti, incontrato in una versione assolutamente inedita, in veste di “giardiniere”. Accettato l’invito da parte del sindaco del Comune di Sanremo, Alberto Biancheri, “Ama” ha raggiunto, in bicicletta, sulla ciclabile, il parco naturale de “La Vesca”, a pochi giorni dall’inizio ufficiale della kermesse. Qui, per rispondere alle presunte polemiche sessiste scatenatesi in seguito ad alcune sue dichiarazioni in conferenza stampa, ha rivelato il lato buono della sua persona, piantando, insieme al primo cittadino, due delle 70 piante previste, una mimosa e una tamerice. Commenta Amadeus, nella nostra videointervista: «Ho celebrato e celebrerò la musica, ora celebro le donne». E prima di salutarci: «Auguro alla Fiera del Peperone e a tutti i carmagnolesi tanti auguri per i traguardi raggiunti». 70 anni, proprio come il Festival di Sanremo. Coincidenze?